UN "SEME" UTILE ALLA NOSTRA ALIMENTAZIONE

UN "SEME" UTILE ALLA NOSTRA ALIMENTAZIONE

Recenti studi dimostrano come l’uomo moderno abbia cambiato e forse anche stravolto le sue abitudini alimentari, scegliendo pertanto una dieta più salutare e genuina, favorendo quindi l’immissione in commercio di prodotti vegetali, molto spesso legati all’agricoltura biologica.
Presupponendo che ogni pianta o organismo vegetale commestibile presenti le sue diverse proprietà utili all’uomo per il suo sostentamento, i semi di cannabis, presentano caratteristiche molto importanti dal punto di vista agro-alimentare.
Appartenendo alla categoria di semi da olio, sono stati per secoli, fino alla seconda guerra mondiale e prima del suo proibizionismo, una valida fonte per la nostra alimentazione.
Fortunatamente oggigiorno, sia le coltivazioni per la produzione di semi e il suo derivato, l’olio, sia le attività commerciali atte a promuovere e vendere il prodotto, sono in forte crescita, profetizzando se vogliamo, un prosperoso futuro commerciale della pianta.
Grazie al suo gradevole sapore e alla sua alta digeribilità, i semi di canapa vengono molto utilizzati in cucina, come arricchimento per insalate, per la preparazione di sughi o pesti e ancor di più, per la realizzazione di dolciumi, come biscotti e torte.
Può essere quindi un valido ingrediente alternativo per una dieta sana ed equilibrata.
I semi di canapa, dal punto di vista botanico, si presentano a forma di piccola noce e con un diametro di circa 3-4 mm; hanno un rivestimento duro e lucido e con tonalità di colore che vanno dal marrone al verde.
Contengono mediamente 28-35% di sostanza grassa, 30-35% di carboidrati e altri 20-24% di proteine insieme ad una elevata percentuale di vitamina B (B1 e B2) e vitamina E oltre a sali minerali come calcio, magnesio e ferro.
Data la sua alta percentuale di proteine, il seme viene paragonato ad altri semi da olio, come i semi di lino e quelli di soia, ma a loro differenza contiene tutti gli otto aminoacidi essenziali.
Gli otto dei ventuno aminoacidi esistenti, vengono denominati “essenziali”, in quanto non sono prodotti dall’organismo umano, bensì hanno bisogno di essere assunti dall’esterno, in modo che il nostro organismo, abbia a disposizione la giusta quantità di proteine per il suo fabbisogno.
Considerate che questo fabbisogno oscilla, a seconda del peso corporeo e dell’attività fisica di una persona, tra i 45 e i 120 grammi al giorno. Per fare un piccolo confronto, con circa 300 grammi di semi di canapa si assimilano 60-70 grammi di proteine.
Attraverso un processo chiamato sintesi proteica, le proteine vengono scomposti nel nostro organismo in aminoacidi, nel tratto stomaco-intestino. Una volta terminato il processo digestivo, vengono riassemblati per costituire un nuovo tessuto proteico, cui fine è il rinnovo cellulare.
Inoltre contiene una percentuale insolitamente alta di acidi grassi polinsaturi (parliamo di circa il 90%) e la presenza di acidi linoleici e alfa linolenici, svolgendo un importante e fondamentale ruolo non solo per l’alimentazione ma anche per i suoi possibili impieghi terapeutici.
Ma c’è anche un altro aspetto importante da considerare: ovvero la presenza, rispetto ad altre piante, dell’acido gamma linolenico, utile all’organismo umano in quanto, la carenza di questo acido, può condurre a disturbi della sintesi della prostaglandina che riveste un ruolo biologico fondamentale come mediatore dei processi derivanti dalle infiammazioni.
L’acido alfa linolenico (presente anche nell’olio di pesce) invece, può essere utilizzato nei casi di malattie del sistema circolatorio e di infiammazioni croniche, agevolati dalla presenza di acidi grassi insaturi come omega3 e omega6 considerate un valido aiuto contro l’arteriosclerosi e, secondo alcuni studi, l’assunzione di questi acidi, favorirebbe anche la cura verso diversi disturbi come la sindrome premestruale nelle donne, la neurodermite, l’artrite reumatoide e la neuropatia diabetica.
Tra i tanti derivati che si possono ottenere dal seme di canapa, la farina è quella più comunemente utilizzata; solitamente in un impasto la si aggiunge con altri tipi di farina, conferendo un gusto nocciolato e un colore brunastro all’alimento. Adatta per la preparazione di pane, pasta, torte, biscotti e dolci in genere, può sostituire la farina di cereali, in quanto non contenendo glutine, può essere un utile alternativa alimentare per chi è intollerante.
Un altro estratto che si può ottenere dai semi di canapa è l’olio.
Per la sua estrazione si possono utilizzare due metodi di spremitura: a caldo e a freddo; solitamente è più consigliata quella a freddo dato che, durante il processo, mantiene una temperatura non superiore ai 40 gradi centigradi, in quanto non solo snaturerebbe le proteine e questo influenzerebbe l’assimilazione al nostro organismo degli aminoacidi, ma questi potrebbero trasformarsi in acidi grassi saturi, meno preziosi per la nostra salute.
Il risultato della spremitura a freddo dei semi di canapa è un olio di alta qualità con un gusto caratteristico e dal colore verde tipico del seme.
Tuttavia lo svantaggio di questo tipo di spremitura consiste nel quantitativo relativamente basso rispetto alla spremitura a caldo.
I benefici di questo olio sono pertanto di enorme pregio cosmetico proprio perché si propone come ingrediente in prodotti “anti – aging” e destinati al trattamento di pelli secche, disidratate e senescenti.
L’azione dell’olio previene soprattutto stati di irritazione e problemi della pelle dovuti a infiammazioni cutanei di vario tipo e grazie alla sue elevata fluidità, in passato, veniva anche utilizzato come eccellente olio da massaggio.
Le innumerevoli proprietà di questo olio, secondo una recente ricerca, hanno dimostrato, in un apporto quotidiano nella misura di 1 un cucchiaino da tè al giorno o da 1 a 3 cucchiai da tavola da distribuire nell’arco dell’intera giornata, risultati eccellenti per la cura di diversi disturbi come: Disturbi del sistema osteoarticolare e muscolare;
Patologie autoimmuni e altre malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide e il Morbo di Crohn; Disturbi cardiovascolari e metaboliche: le sue proprietà abbassano il colesterolo e i trigliceridi nel sangue, riducendo pertanto il rischio di trombosi, ipertensione, vasculopatie e malattie cardiovascolari in genere, in quanto favorisce l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni;
Patologie del sistema respiratorio: impiegato per la cura dell’asma, sinusite, tracheite e diverse affezioni respiratorie;
Affezioni della pelle in genere: dermatiti, psoriasi, herpes, eritemi, vitiligine, eczemi e altri tipi di infiammazioni o irritazioni cutanee;
Patologie legate all’apparato digerente, del fegato ma anche per infezioni della vescica.
Squilibri del sistema ormonale femminile: cisti ovariche, dolori mestruali, fibrocisti mammarie, per la sindrome premestruale o nella menopausa, riducendo i rischi dell’osteoporosi.






 

 

 

 

 

 

 

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