COME RICONOSCERE I PARASSITI DELLA CANNABIS
Quando parliamo di insetti o parassiti che possono infestare le nostre piante, la cosa più giusta da fare è saperli riconoscere in tempo, in modo da evitare possibili danni sia sulla pianta che sul raccolto.
Molto spesso, soprattutto se si tratta di coltivazione outdoor (in esterno), non si presta molta attenzione ai primi segnali che la pianta ci mostra, ma si tende ad agire dopo che il danno ormai è già stato fatto.
Per questo, quando ci troviamo a che fare con la natura, dobbiamo giocare d’anticipo, sapendo riconoscere adeguatamente quali sono i parassiti che stanno facendo ammalare le nostre piante.
Tra i principali parassiti più comuni troviamo gli “afidi”, chiamati anche i “pidocchi delle piante".
Da come suggerisce il nome, proprio come i pidocchi, tendono ad infestare velocemente e massivamente la pianta, riuscendo a nascondersi bene dietro le foglie.
Questo permette loro di cibarsi della linfa fogliare, facendo ammalare la pianta se non si interviene in tempo.
Il fatto che tendono a nascondersi dietro le foglie, li protegge dagli attacchi delle coccinelle ( i loro più temuti predatori) ma anche dall’occhio umano, inquanto le loro dimensioni sono molto ridotte e difficili da vedere ad occhio nudo.
Insomma, riescono a mimetizzarsi molto bene! Per questo, bisogna agire con dei prodotti specifici anche naturali come l’olio di neem o spray a base di sapone.
Un’altra specie di parassiti molto nota tra i "growers" è la “cocciniglia”.
La cocciniglia o coccidi, sono una famiglia di insetti fitofagi ed il nome prende spunto dalla parola spagnola “cochinilla” che tradotto vuol dire “porcellini di terra”.
Queste piccole creature di colore rosso o bianco, si possono attaccare sulle foglie, sui rami e sullo stelo delle vostre piante.
Come gli afidi, producono un materiale di scarto molto appiccicoso, chiamato melata.
Anche in questo caso potete agire con olio di neem o saponi specifici; lavaggi con acqua fredda su tutta la pianta oppure potete sempre avvalervi degli antagonisti, come i crisopidi o le coccinelle.
Un’altra possibile seccatura può essere scaturita dal famoso “acaro largo”.
Questi piccolissimi acari, sono difficilissimi da individuare persino con una lente di ingrandimento!
Possono provocare seri danni alle foglie, diventando contorte, cadenti e malsane. Di fatto molti coltivatori, credono che questo possa essere dovuto a fattori come il PH o stress, ma molto spesso non è così. Individuando prontamente ammaccature sulla pianta, è utile intervenire anche in questo caso con prodotti specifici.
Spesso si ricorre all’uso di spray miticidi per eliminare l’infestazione, ma essendo prodotti chimici, è meglio preferire l’utilizzo di spray naturali repellenti o l’utilizzo di una terra diatomacea (nota anche come farina fossile o sabbia di diatomee).
Un altro tipo di acaro è quello “rugginoso”.
Una notevole infestazione da questi acari, possiamo trovarla come massa di colore giallo che ricopre i rami o le estremità delle foglie arricciate. Tendenzialmente sono presenti durante il periodo di fioritura della pianta e se si annidano vicino i fiori possono arrecare seri danni al nostro raccolto.
Infatti, nei casi peggiori, è meglio estirpare completamente la pianta oppure ricorrere ai nostri amici antagonisti come l’acaro predatore “Amblysieus”.
Sempre della famiglia degli acari, forse troviamo quello più tortuoso e difficile da eliminare, ovvero l’acaro del ragno rosso.
La loro presenza è visibile con piccole macchie sul lato delle foglie oppure piccoli segni bianchi sul lato superiore delle foglie, questo per via dei loro morsi.
Nei casi più gravi di infestazione, sono presenti vere e proprie ragnatele sul tronco o sull’apicale della pianta (parte superiore dove si formano i fiori), provocando la totale perdita dei fiori e lentamente la morte della pianta stessa.
Sono molto difficili da trattare, soprattutto in ambienti chiusi (coltivazione indoor) e nonostante l’uso di specifici prodotti, sono veramente difficili da eliminare.
In questo caso si consiglia una notevole circolazione dell’aria, evitare temperature troppo elevate ed un’umidità troppo bassa, poiché si rischia la proliferazione.
Tra i parassiti di dimensioni ridotte, troviamo anche i “tripidi”.
I tripidi sono insetti di piccole dimensioni, con un corpo esile e allungato, generalmente di colore scuro o giallo.
Questi possono danneggiare il fogliame della pianta (si possono notare delle piccole macchie scure sulle foglie), riducendo la salute e la resa.
Con l’ispezione regolare sulla nostra pianta, possiamo evitare facilmente ospiti poco graditi, e se presenti, una volta riconosciuti, possiamo intervenire al meglio per salvare il nostro raccolto.
Questi sono solo alcuni dei parassiti più comuni e frequenti, ma ne esistono a migliaia e riconoscerli quasi sempre non è un gioco da ragazzi!
Meno pericolosi ma pur sempre dannosi per la nostra pianta, possono essere insetti che raggiungono dimensioni più consistenti e quindi è più facile intervenire.
Tra questi vediamo, il bruco o baco, cui piace mangiucchiare le estremità delle foglie, spesso rilasciando durante il suo tragitto, escrementi neri che indicano il suo passaggio.
Anche ai grilli o alle cavallette, piace banchettare con la cannabis, ma sono abbastanza facili da rimuovere, anche manualmente se non si è troppo fobici!
Un altro tipo di insetto che possiamo trovare frequentemente è il “moscerino dei funghi”.
Spesso emergono dal terreno dopo la schiusura delle uova.
Terreni troppo bagnati o con presenza di sostanze legnose, sembrano essere più inclini ai moscerini.
Un piccola presenza di questi insetti non crea danni alla pianta, ma è sempre meglio tenerli lontani usando, ad esempio, lampade a raggi UVB oppure dei piccoli fogli adesivi, che fungono da trappola.