IL GOVERNO MELONI METTE ALLE STRETTE IL SETTORE DELLA CANAPA IN ITALIA

IL GOVERNO MELONI METTE ALLE STRETTE IL SETTORE DELLA CANAPA IN ITALIA

 Nell’ultimo periodo, come avete potuto notare, c’è un forte accanimento nei confronti di un settore, ormai in forte crescita ed espansione in tutta Italia ed in Europa, quello appunto sulla coltivazione e vendita della canapa ed i suoi derivati.

Sono tantissime le aziende, i produttori e i rivenditori, comparsi già dai primi anni del 2016, grazie alla legge n. 242/16, che hanno deciso di mettersi in gioco. Fino ad oggi si vantano più di 800 aziende agricole su tutto il territorio nazionale, contando circa 1.500 ditte specializzate nella trasformazione e 10.000 lavoratori impiegati nella filiera.
Questi dati approssimativi, sono la speranza per un futuro lavorativo, che impiega giovani, ricercatori, imprenditori ed investitori, che hanno deciso di fare imprenditoria in un paese ormai vecchio e retrogrado come il nostro.
Il precetto culturale, politico e religioso che vige in Italia da secoli, ovviamente non fa ben sperare, nonostante in molte zone del mondo, questo tabù è divenuto un passato ormai remoto.
Di fatto, dopo alcuni Stati in America che hanno aperto le porte verso questo nuovo mercato economico, hanno stimolato verso la stessa rotta di marcia, anche alcuni paesi europei come Spagna, Olanda e pochi mesi fa anche la Germania, dove molto probabilmente i diritti e i doveri di un Paese sono sorretti da un ordine morale, giuridico ed economico, diverso dal nostro.
Il problema di questo Paese è la totale mancanza di apertura mentale e culturale, ravvivata ancor di più dalla attuale politica che non solo è rimasta ancorata al passato, con i tutti i suoi pregiudizi ed idealismi, ma che ancor peggio, non affronta la volontà pubblica, ovvero la volontà dei cittadini, che da anni a questa parte, desiderano la legalizzazione della cannabis, e che, attraverso due referendum bocciati, hanno visto i loro sogni svanire. 
Ancor più sconvolgente, quanto accaduto dopo le bocciature da parte del TAR, in merito al decreto introdotto dall’attuale governo, che ha più volte indicato come la canapa che viene prodotta e commercializzata, non sia assolutamente pericolosa per l’uomo, poiché non ha principi droganti anzi contenendo il CBD ad alti dosaggi, potrebbe prevenire e curare molteplici malattie.
Inoltre, lo stesso decreto entrerebbe in conflitto con le vigenti normative europee in materia.
E se questo può non bastare, un ulteriore accanimento, è stato raggiunto con la modifica dell'art.18 presente nel nuovo decreto sicurezza introdotto dal governo,  votato e approvato già in camera dei deputati, che vieterebbe la produzione, la trasformazione, la cessione e la vendita della canapa legale.
Non vorrei pensare che tutto questo, fosse soltanto uno specchio per le allodole?
E’ risaputo che la canapa, essendo una pianta dalle molteplici proprietà, possa effettivamente essere soggetta a conflitti di interesse di natura economica e politica. Allora mi viene da chiedere, lo stato italiano da quale parte sta?
Dalla parte dei cittadini e dei loro interessi, oppure dalla parte delle multinazionali farmaceutiche o da chi ancora oggi, detiene il mercato illegale?
Verificando i numeri che possiamo ottenere dai mercati dove appunto la canapa è legale, si è evinto innanzitutto un abbassamento del consumo tra i minori; una completa tracciabilità della filiera che è indice di qualità del prodotto venduto attraverso rivenditori autorizzati; ed un notevole contrasto al mercato nero, limitando con la legalizzazione, la vendita di prodotti non controllati e che possono appunto nuocere la salute dei consumatori.
Uno Stato che tiene a cuore la salute dei propri cittadini, favorirebbe leggi che vadano in questa direzione, e non in un altra!
La mia speranza è che l’attivismo sociale raggiunto finora non sia stato vano, ma che anzi, faccia da monito ad una classe politica che non vuole prendersi la responsabilità istituzionale di legittimare una pianta che favorirebbe tutti.
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